Dalla crisi non si esce con pacchi di cemento, ma con attenzione ad ambiente e alle persone

 

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze constata preoccupato che le ultime dichiarazioni del sindaco Dario Nardella continuano ad andare nella direzione di prestare troppa attenzione nei confronti di chi ha interessi a spalmare lastre di cemento sul territorio: “La prima cura per questa crisi economica senza precedenti scatenata dal Covid sono le infrastrutture, è il momento in cui dobbiamo spingere sull'acceleratore”.

La possibilità di mettere le mani sui miliardi previsti dal Next Generation EU pare aver attivato i peggiori istinti per mettere le mani su queste risorse che sembrano cadere gratuitamente dal cielo, ma che gratuite non lo sono per niente.

Le infrastrutture fanno molta gola a quella parte industriale che ha trovato nei meccanismi economici (general contractor o project financing) profitti alti senza alcun rischio confidando totalmente nelle risorse pubbliche. Realizzare pacchi di cemento pare l’unico sistema per tenere in vita artificiosamente un sistema clientelare iniquo ed indifferente alla tutela dell’ambiente. Questa crisi ha colpito soprattutto le persone e la miriade di piccole e medie imprese che non avranno alcun vantaggio da impattanti infrastrutture. Da questa crisi usciremo se mettiamo persone e ambiente al centro degli interessi, non regalando miliardi (che diventeranno debito) a chi spalma cemento.

In questo clima si annuncia per l’ennesima volta la ripartenza dei lavori al sottoattraversamento nonostante che tutti gli enormi problemi tecnici e ambientali siano sempre lì rendendo il progetto praticamente irrealizzabile. Allo stato attuale la partenza dei lavori sarebbe abusiva: la stazione Foster è ancora priva di V.I.A.!

Con queste politiche non usciremo dalla crisi che viviamo da oltre un decennio, stiamo preparando nuove iniquità e danni al territorio.

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