ALTRO CHE RICONVERSIONE ECOLOGICA: CON LE GRANDI OPERE IL RECOVERY PLAN E’ UN ATTACCO ALL’AMBIENTE



 di Alberto Ziparo, da Il Fatto Quotidiano del 2 agosto 2021

Gli eventi disastrosi degli ultimi giorni, incendi e alluvioni confermano i contenuti del nuovo Rapporto IPCC/UNEP sui cambiamenti climatici, fenomeni i cui effetti si prevedeva si dispiegassero nei prossimi 50 anni e che invece si manifesteranno sempre piu’ spesso e intensamente nel prossimo quindicennio. Per tali trend l’UE aveva predisposto già due anni fa il Green Deal: una forte riconversione degli assetti socioeconomici verso la riqualificazione ecologica. Il flagello pandemico degli ultimi 20 mesi ha poi favorito la proiezione del Green Deal su uno strumento specifico; il Next Generation EU, che coniugasse ripresa economica e riconversione ecologica.

Il nostro paese, fortemente colpito , è stato individuato quale primo beneficiario delle risorse del NGEU, con un’erogazione finanziaria di 209 MLD , dei quali circa il 45% a fondo perduto ed il resto quale prestito rimborsabile. Il programma delle azioni da Ricovery Plan è contenuto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che , abbozzato in prima versione del precedente esecutivo, è stato poi definito dal Governo Draghi; ed ha già registrato le prime approvazioni comunitarie.

Inneggiando da più parti “alla cascata di miliardi”che sta per investire il BelPaese , si copre lo stravolgimento di logica e senso del programma: aldilà di dichiarazioni e terminologie, il piano ha smarrito una delle priorità , forse la principale caratteristica per cui era nato: la svolta ecologica. Già nella sua struttura interna , oltre le sigle, l’invocata svolta verde è molto annacquata , quasi sparita. Se poi si considera che il nostro Piano –unico nell’Unione- integra l’ennesimo provvedimento “Sblocca Grandi Opere” allegato alla norma sulle Semplificazioni, IL PNRR DIVENTA UN AUTENTICO ATTACCO ALL’AMBIENTE. Altro che riconversione ecologica!

La logica di costruzione del programma ha infatti tralasciato completamente “Il ripristino e il rispetto della regola ambientale”, dettati dal Green Deal . Si è trasformato nella semplice riproposizione di progetti già previsti o in attesa , gestiti dalle medesima logica e dagli stessi attori , le grandi imprese , che hanno portato ai dissesti e disastri ambientali e sociali per cui soffriamo tutti i giorni. L’incredibile rilancio delle grandi opere di berlusconiana memoria, nel quadro attuale, completa la svolta antiambientale del programma.

All’interno del PNRR ci sarebbero invero ca 70 miliardi “destinati alla transizione ecologica”: ma guardando ai veri progetti emerge come nei 20 MLD per la transizione energetica prevalga il preponderante uso del fossile: gas e perfino carbone! E che anche l’idrogeno –potenziale fonte pulita del futuro – sia derivato soprattutto dallo stesso gas. Inoltre gli stessi progetti riguardanti le rinnovabili , eolico o fotovoltaico, sono viziati dagli stessi approcci che hanno gravato sui grandi apparati da combustibili fossili: allo sfondamento decisionale deve seguire la massimizzazione d’uso di quella tecnologia in quel contesto. Per il trasporto locale ci sono appena 2,5 MLD circa . Ma sono destinati per lo piu’ a progetti tecnologicamente obsoleti di decenni, come i tram alimentati dalle grandi reti da impianti fossili con ricadute urbanistiche spesso troppo impattanti e costose . laddove si potrebbero usare ,sugli stessi percorsi , nuovi mezzi a batteria e ricarica veloce, con notevoli risparmi finanziari e ambientali.

Per la tutela del territorio , difesa sismica e idrogeologica, c’è appena una decina di milardi. A fronte di questo però il Piano prevede , al suo interno , circa 30 miliardi per Alta Velocità e Grandi Opere (spacciate per mobilità sostenibile). La cifra diventa abnorme ( oltre 110 miliardi. Il 1000 per cento rispetto alla tutela . Il contrario di ciò che serve ) se si considera l’allegato “Sblocca Cantieri “ integrato nel decreto Semplificazioni : per questo si sono “recuperati”81 Miliardi per 57 Grandi Opere , già previste fin dal 2001 , con la “famigerata e criminogena” Legge Obiettivo di Berlusconi . Progetti non pianificati , con enormi impatti ambientali, spesso inutili. Che hanno disseminato il Belpaese di centinaia di cantieri fermi o mai avviati. E non per la presenza dei “Comitati , gli ambientalisti , l’odiosa burocrazia” come recita la vulgata mediatica orchestrata, Grandi firme comprese; ma perché erano progetti spesso viziati ,dall’aggiramento o mancata risoluzione di problemi tecnici e ambientali, funzionali a rapide approvazioni e pronto uso di ingenti risorse per fasi preliminari e avvio . Ottimi meccanismi per gonfiare i trasferimenti finanziari a fronte di lavori anche inesistenti. Cio’ che ha contrassegnato il settore nello scorso ventennio.

Per evitare che la “cascata di miliardi” si traduca in nuovi sfasci ambientali e sociali ,oltre ad una reale verifica ecologica , bisognerebbe almeno cancellare le Grandi opere interne e allegate al piano. In linea tra l’altro con quanto il ministro competente , Giovannini , sostiene tutti i giorni.”Si realizzeranno progetti sostenibili; il cui impatto ambientale risulti rigorosamente verificato secondo i criteri del Green Deal “(non dalla VIA a maglie larghe prevista ancora dal “SemplificazionI”): quindi non i progetti citati sopra.

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