Venerdì 24 alle 17.00 tutti a Santa Maria Novella!

  • in una città seriamente ammalata di smog si programmano accanto alle case e alle scuole anni di camion carichi di terra, polvere e fango
  • in una città che perde la sua identità si demoliscono case e scuole, e si allontanano gli abitanti dalle proprie radici
  • sotto una città a rischio alluvione più del 1966 si vuol costruire un tunnel lungo 7 chilometri, immerso nella falda, con una stazione sotto il livello del Mugnone, del Terzolle e dell’Arno
  • in una città capitale della cultura e patrimonio del mondo si mette a repentaglio la stabilità della Fortezza da Basso e quella degli edifici lungo la tratta del tunnel
  • in una città dove tutti i giorni decine di migliaia di pendolari soffrono la soppressione di treni, frequenti e ripetuti ritardi, guasti a locomotori, alle vetture e ai sistemi di riscaldamento la maggior parte delle risorse vengono spese per i progetti inutili dell’Alta Velocità
  • in una città senza risorse per il verde, per la casa, per le fognature, per i trasporti, per la cultura si impegnano più di 1200 milioni di euro di denaro pubblico per la TAV
  • in una area caratterizzata da una forte crisi industriale e dalla perdita di migliaia di posti di lavoro il personale delle Ferrovie è sotto organico, si chiudono le officine di manutenzione e si assume personale precario e a tempo sia per il personale di macchina che per il viaggiante e si terziarizzano le manutenzioni sulle vetture e sulla linea
È giusto che 10 anni di futuro di decine di migliaia di abitanti siano decisi senza consultarli e senza tutelarli?

Commenti

Anonimo ha detto…
Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà
ai Territori sotto pesante attacco del sistema,
vi preghiamo, umilmente, vivamente,
di considerare quanto segue:


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La risposta definitiva da dare alla TAV
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Quanto sta accadendo in Val di Susa dimostra la comune, complessiva difficoltà di fare un pur piccolo, microscopico passo avanti in relazione alla comprensione reale di un problema ed al reperimento di una soluzione ottimale.

Da una parte c'è un governo che vuole ad ogni costo la TAV, dall'altra vi è un grande, ormai manifestamente enorme, movimento di persone che non lo vuole. Ebbene: perché non farsi domande appropriate, che non contemplino il caso specifico, d'interesse locale, bensì un'ampia, organica visione delle cose, per darsi risposte sufficientemente chiarificatrici e di conseguenza finalmente risolutive?

La domanda principe, direi imperativa, è: perchè la TAV?

La risposta, probabilmente almeno in parte in buona fede, è: perché la TAV è un'opera importante ai fini della ricerca del mantenimento del nostro Paese ai primi posti nel complessivo ordine economico mondiale.

La successiva domanda a questo punto dovrebbe essere: e con ciò? Ammesso e non concesso che sia davvero così, non possiamo retrocedere, magari dando un buon esempio di come la nostra economia possa decrescere felicemente?

La relativa, probabilmente per lo più sincera, risposta sarebbe: NO! Altrimenti facciamo una brutta fine. Il buon esempio lo si potrebbe forse provare a dare se la situazione globale non fosse grave, così come in effetti è. Se indugiamo anche un solo momento, se lasciamo che gli altri Paesi acquistino un vantaggio rispetto a noi, ci ritroveremo nei guai più seri, e non si tratterà solo di minor lussi per i più ricchi, bensì avremo in breve tempo da patir tutti tristi, molto tristi, conseguenze.

Trovate che questo ipotetico dialogo potrebbe realmente avvenire? Trovate che abbia una qualche ragion d'essere? Se sì, perchè non fare allora un ulteriore piccolo sforzo mentale e concepire una risposta appropriata da dare ad un governo che, tutto sommato, pur male che si sta comportando come sua pessima tradizione, pur incapace di avere una sola idea buona, sta cercando in fin dei conti, come meglio sa e può, e cioè nel modo peggiore possibile, di preservarci da un futuro ben più brutto del presente?

Quale potrebbe essere la risposta?

Come si può fare a risolvere
questo problema planetario,
in cui tutti i Paesi
si ritrovano ad essere al contempo
vittime e carnefici?

Di risposta, probabilmente, ce n'è una sola: il problema, quello vero, effettivo, che genera tutti gli altri problemi, anche quello della TAV, del Ponte, della Murgia devastata, etc. etc., di qualsiasi altra tragica situazione ambientale, o di altro tipo ancora, è globale, affligge e condiziona un intero Pianeta. E la risposta a questo problema non può quindi che essere globale, planetaria anch'essa.

I Governi dei Paesi più sviluppati hanno il dovere di concentrare le proprie energie nella stipulazione di patti indissolubili, patti che ci conducano ad una pace di concezione e livello di molto superiori a quella che finora abbiamo potuto immaginare e perseguire. Tali patti dovranno necessariamente comprendere norme di autocontenimento economico, demografico e tecnologico.

Occorre adoprarsi affinchè ogni Paese, di concerto, si doti di mezzi costituzionali per autodisciplinarsi in modo da mantenere entro livelli moderati ciò che altrimenti, inevitabilmente, condurrebbe ad uno straripamento massiccio, foss'anche dapprima solo commerciale o culturale, nei territori altrui, per finire prima o poi, una volta compromessi gli equilibri, in una invasione fisica, materiale, devastatrice.

Occorre istituire, con estrema urgenza, apposite norme e commissioni internazionali che stabiliscano i livelli dei vari tipi di sviluppo raggiungibili di volta in volta da ogni Paese e con obiettività tengano sotto controllo i livelli raggiunti.

Perchè la pace,
così come oggi concepita,
non è più sufficiente nè sicura,
ed occorre immaginare i modi
per raggiungere una pace
più profonda, più solida e tenace.

Ve la sentite, amici Progressisti, amici che dichiarate ad ogni istante di desiderare e perseguire un mondo diverso, un mondo migliore, di fare questo piccolo salto di paradigma?

E voi governi ottusi, che dichiarate di perseguire il bene dei vostri popoli, ve la sentite di accettare e dichiarare la situazione per quella che è, nella sua semplice e tragica realtà?

Ve la sentite tutti di impegnarvi nella concretizzazione di quell'unica misura di sicurezza che può farci uscire definitivamente, con un successo garantito su tutti i fronti (perchè si tratta di una questione fondamentale, alla base di ogni altro problema), dalla situazione per ora di stallo ma presto di scacco matto globale in cui ci siamo cacciati ed in cui stiamo, ahinoi, per finire?

Faccio appello agli esperti in tecniche per la risoluzione dei conflitti perché si occupino alacremente della questione TAV e di tutte le altre come questa, in maniera creativa ed olistica, ed in generale ad ogni progressista, ad ogni persona con un briciolo di buon senso, perché si dia da fare per far affiorare alla pubblica attenzione la necessità di patti internazionali di autocontenimento.

E' l'opportunità più grande della nostra vita, perché, altrimenti, la maggior parte di noi potrebbe non averne altre!


Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonìa
Via Fonte Regina, 23
64100 Teramo - Italy


Alla ricerca dei fondamentali
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P I L contro P I L
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Per patti di autocontenimento
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La risposta definitiva alla TAV
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NOTAV V1.3 - 37/01/25