Grandi Opere. Il punto di vista del Manifesto

«Se fosse confermato il piano della Tav in Italia, ogni singolo euro delle opere pubbliche dovrebbe essere speso interamente per l’alta velocità». Nel salone (completo in ogni ordine di posti) dell’Sms di Rifredi, le parole di Stefano Lenzi del Wwf Italia confermano ai presenti i peggiori sospetti: il meccanismo delle «grandi opere», elaborato già con la Tav che ha poi fatto da modello per la Legge Obiettivo, sacrifica ogni possibilità di intervento per quelle che «grandi opere» non sono considerate, anche se nei fatti ben più utili - e attese da anni e anni - per i cittadini. La serata organizzata dal comitato fiorentino contro il sottoattraversamento Tav di Firenze, oltre a rilanciare la mobilitazione per la manifestazione di sabato a Roma, è servita a far capire che sulle «grandi opere» cambiano i suonatori ma la musica è la stessa. Perchè possono cambiare i ministri, non i gruppi di pressioni interni e esterni ai ministeri. Quelli che il docente universitario
Alberto Ziparo ben definisce come una compagnia di giro. Intanto da Palazzo Vecchio arriva la conferma che la finanziaria stanzia per il 2008 una somma di 900 milioni per l’alta velocità. Il sindaco Domenici puntualizza che «la priorità è per la tratta Torino Napoli», e chiede quindi a Rete ferroviaria italiana di «aggiudicare entro l’anno la gara d’appalto» per il passante fiorentino (scavalco di Castello, doppia galleria sotterranea di 6,5 chilometri da Castello a Campo Marte, stazione ferroviaria sotterranea di Belfiore Macelli). Domenici ha accanto il silenzioso vicesindaco Matulli, il puntiglioso assessore Biagi e lo strabordante assessore regionale Conti, pronto ad assicurare che «il Mugello fra cinque anni sarà meglio di come era prima». Prima dei danni ambientali, irrimediabili secondo tutti gli esperti indipendenti, provocati dagli scavi dell’alta velocità. A battersi contro il faraonico progetto, insieme ai cittadini che hanno affollato
la sala di Rifredi, c’è la sinistra fiorentina di Unaltracittà e Rifondazione. Ma anche Legambiente Firenze prende posizione, bocciando senza appello il supertunnel sulla base del rapporto costi-benefici, e chiedendo al suo posto un ben meno costoso e ambientalmente più sostenibile passaggio in superficie.
Unaltracittà con Ornella De Zordo fotografa lucidamente la situazione: «Mai gli enti locali hanno analizzato una possibile linea veloce in superficie. Mai c’è stata la volontà politica per realizzare uno studio per una possibile alternativa al sottoattraversamento». Mai c’è stata la volontà politica: questo è il punto, confermato anche dal silenzio calato sugli effetti della Tav in Mugello, dove perfino i continui sminamenti all’interno delle gallerie avvertiti dai residenti, vengono fatti passare per i fuochi d’artificio delle feste paesane. Parole dette all’'ultima, inutile riunione dell’Osservatorio ambientale nazionale.

Commenti