Grandi opere per un lavoro piccolo piccolo: l'esempio TAV

Il lavoro oggi è miraggio, condanna, cosa sperata e disperante, unica via per un reddito che consenta di sopravvivere, luogo disarticolato di relazioni umane, motivo caratterizzante dell'individuo ma anche di rinuncia alla propria personalità; come sempre, ma oggi più di ieri, oggetto di disperato desiderio e di dolorosa privazione.
Da decenni la crisi del sistema produttivo indirizza gli investimenti delle grandi imprese italiane dal settore manifatturiero ai servizi e soprattutto alle “grandi opere”, come il sottoattraversamento AV di Firenze. Una legislazione estremamente favorevole a questi sovradimensionati interventi infrastrutturali è cresciuta, in questi anni, fino alla famosa “LEGGE OBIETTIVO”. Questo pullulare di cantieri enormi ha avuto come giustificazione il fatto che tutto questo crea lavoro e produce ricchezza.
Noi ci stiamo chiedendo da tempo se tutto questo è vero e siamo giunti alla conclusione che certamente non si sta creando ricchezza, ma si stanno distruggendo risorse pubbliche a favore di pochi privati.
Resta il lavoro. Quanti occupati si generano con queste opere? Con quale lavoro? Quali sono le condizioni degli addetti ai cantieri? Quali sono i diritti di chi ci opera?
Ne vogliamo parlare con chi se ne occupa con passione e soprattutto con i lavoratori dei settori più interessati: quelli degli edili e dei trasporti.

mercoledì 28 aprile 2010
ore 16.30
Saloncino del DLF
via Alamanni 4 (stazione Santa Maria Novella)

  • Simona Baldanzi, scrittrice e ricercatrice
  • Luigi Carpentiero, medico del lavoro – ASL 10 Firenze
  • Dante De Angelis, macchinista FS, Responsabile Sicurezza sul Lavoro

Commenti

Anonimo ha detto…
E dopo la TAV anche la tramvia sotto a Firenze!
Speriamo almeno che i progetti siano in regola!!
Saluti Davide

http://consiglio-online.comune.firenze.it/webtv/cmweb.dll/clip?SE=321&ODG=4&CLIP=&AN=2010