Comunicato Stampa

Partirà lo scavo... partirà?
E se la talpa si fermasse in viale Lavagnini?
Affollata assemblea del comitato NOTUNNELTAV dove sono state presentate nuove osservazioni e criticità del progetto di sottoattraversamento AV.


La sera del 14 dicembre si è tenuta una affollata assemblea (oltre 100 persone) del Comitato NOTUNNELTAV nella sala del Parterre per discutere del più impattante progetto previsto a Firenze.
L'ingegner Massimo Perini ha illustrato quelle che dovrebbero essere le modalità di realizzazione del “camerone” della stazione ai Macelli; ha presentato nuove criticità del progetto: in particolare nel cantiere della stazione non parrebbero costruiti i pozzi drenanti che avrebbero dovuto ottenere la trasparenza idraulica del manufatto. Questi pozzi dovevano essere realizzati prima dell'inizio dei lavori, come da prescrizione dell'Osservatorio Ambientale. Quello che si rischia è l'innalzamento della falda di quasi 2 metri in zona piazza Tanucci e l'abbassamento di circa 1,5 metri nei pressi di viale Corsica.
E' emerso anche il fatto che non è stata prevista la manutenzione della fresa che adesso giace inerte a Campo Marte: questi macchinari hanno bisogno della sostituzione degli utensili di scavo, posti sulla testa, che materialmente asportano il terreno; i cucchiai e i denti di cui sono composti si usurano e non sono poi più efficaci; la fresa si fermerebbe. Questa manutenzione dovrebbe avvenire ogni 1000/1500 metri in zona aperta per poter accedere alla parte anteriore della fresa; questa non può retrocedere, pena il collasso del terreno sovrastante. Nel progetto non sono previsti cantieri per l'accesso alla fresa, anzi, nel passaggio per la prima galleria si dovrebbe passare attraverso la stazione dei Macelli “a pieno”, cioè non ci sarebbe ancora lo spazio libero in quanto non ancora scavato. La fresa dovrebbe percorrere circa 5 km senza cambiare la testa? I partecipanti si sono chiesti cosa avrebbero da dire progettisti delle Ferrovie e responsabili della Regione.
Il professor Alberto Ziparo ha illustrato soprattutto le carenze normative di tutto il progetto: dalla mancanza di VIA sulla stazione dei Macelli alle gravi anomalie relative alle terre di scavo. Gli scavi dei tunnel non potranno iniziare tanto presto visto che ancora manca l'iter attuativo delle colline da realizzare a Cavriglia. Restano intatte tutte le perplessità sulla qualità dei terreni che vi saranno conferiti perché il decreto ministeriale dell'ottobre scorso, che regolamenta la gestione delle terre di scavo, lascia ampi spazi per smaltire terre di pessima qualità.
L'avvocato Alfonso Bonafede ha fatto il punto del ricorso promosso da molti cittadini per “danno temuto da nuova opera” che dopo due anni non vede ancora la fine. Ha illustrato anche modalità di esecuzione di asservimento del sottosuolo degli edifici sulla verticale dei tunnel e fatto notare come la quantificazione economica proposta dalle FS sia irrisoria.
Nel dibattito, oltre diverse domande, si è discusso anche delle modalità con cui il comitato debba continuare la sua opera di opposizione: il NO a questa opera non può che essere senza mediazioni, in quanto questa opera è assolutamente inutile per il sistema dei trasporti, dai rischi enormi e dal costo vergognoso, soprattutto in una fase di crisi economica come quella che stiamo attraversando.

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