Articolo di A. Ziparo


REPUBBLICA FIRENZE 21/2/2013

Intervento
TUNNEL ALTA VELOCITÀ 4 MOTIVI PER RIPENSARCI
ALBERTO ZIPARO
Docente di Urbanistica all´Università di Firenze

Uno. L´inchiesta giudiziaria sul sottoattraversamento Tav ha già evidenziato - oltre alle gravissime illegittimità amministrative ed ai profili di rilievo penale - grossi problemi ambientali e costruttivi del progetto, addirittura prima dell´inizio dello scavo vero e proprio: essi costituirebbero solo una piccola parte dei rischi e danni disastrosi che l´eventuale prosecuzione dell´opera comporterebbe. Il patrimonio architettonico e quello edilizio posti sopra il tracciato, nonché l´intero ecosistema di sottosuolo del centro, sarebbero disastrati dal complesso "tunnel –nuova stazione". I danni sarebbero ingenti soprattutto dal punto di vista idrogeologico, con dissesti, degradi e crolli più o meno ampi e continui, non solo nei dintorni del tracciato. A questo si dovrebbero aggiungere i disagi e i danni epidemiologici dovuti ad un cantiere pressoché infinito, aperto per molti anni, con continui rallentamenti e fermate, anche definitive.
Due. I pareri "favorevoli con prescrizioni" dell´iter, per il tunnel, discendevano infatti da una VIA legata al progetto preliminare che rappresentava in modo assai carente l´ecosistema interessato e quindi i relativi impatti. In particolare non si è mai prefigurato, nelle sue caratteristiche paesistiche, il contesto sotterraneo interessato: sottostimando largamente i danni potenziali. E dimenticando colpevolmente quanto continua a succedere nel Mugello, dove – a distanza di molti mesi dalla fine dei lavori - a parte il prosciugamento di torrenti e corsi d´acqua, si ripetono frane, dissesti e crolli. L´Osservatorio Ambientale, sempre invocato, non può fornire molte garanzie rispetto a tutto ciò: laddove ha più volte dichiarato "la propria incompetenza rispetto all´effettuazione di analisi o valutazioni di impatto carenti o mancanti" ed i propri compiti "limitati alla verifica di congruità del progetto, ma solo rispetto alle indagini esistenti e documentate".
Tre. Nel contesto della stazione Foster addirittura non esistono analisi ambientali. Ferrovie si è sempre rifiutata di effettuare la VIA per la nuova stazione, arrivando a reiterare una sorta di "falso ideologico", allorché si trattava di spacciare per valutazione cogente l´analisi, invero assai embrionale, a suo tempo effettuata per il progetto – poi abbandonato - di stazione di Zevi a Belfiore: un altro progetto in un altro sito. Trasposizione non prevista né permessa da alcuna normativa.
Quattro. Perché sottoporre la città ed i Fiorentini a rischi e disagi? C´è la possibilità di realizzare un molto più agevole e assai meno costoso passaggio di superficie. Lo studio dell´Università di Firenze ha anche aggiornato il relativo schema progettuale. Si accolga dunque l´appello che un gruppo di grandi esperti europei di mobilità sostenibile di Università tedesche, francesi e olandesi, coordinati da Winfried Wolf hanno rivolto a Napolitano, Monti, Rossi, Barducci e Renzi, perché si abbandoni il progetto di sottoattraversamento "inutile e dannoso" e si realizzi l´alternativa di superficie proposta da urbanisti e tecnici di UNIFI; molto meno costosa e ultimabile in 4 anni. Non è vero che "di tutto questo si è discusso per anni e quindi si è deciso". In realtà le decisioni circa il sottoattraversamento sono state assunte quando si disconoscevano le reali entità di rischi e danni ambientali. Non è mai troppo tardi per evitare un disastro.

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