Sequestrate discariche in Mugello

Ultimo giorno del presidio del Comitato alla Fortezza da Basso, mentre cala il sipario sulla credibilità delle istituzioni che hanno sostenuto il progetto TAV di Firenze.

Il provvedimento di sequestro delle discariche abusive in Mugello delle terre provenienti dai cantieri TAV di Firenze arriva a confermare autorevolmente quanto denunciato da tempo dalle associazioni che si oppongono alla realizzazione di questa opera sbagliata e inutile (sotto incolliamo il testo del comunicato della Forestale).
Esce screditata la credibilità delle istituzioni e dei politici che ancora sostengono la ripresa dei lavori.
Risulta incredibilmente inconsistente il livello di efficienza degli organi che avrebbero dovuto controllare i cantieri, si è dimostrata l'inutilità di un organismo come l'Osservatorio Ambientale recentemente ricostituito. Anche questo viene da anni denunciato dai comitati di cittadine/i: si è delegato al costruttore anche il controllo degli impatti ambientali. Per fortuna organismi che non sono alle dipendenze delle istituzioni locali (Magistratura e Corpo Forestale) hanno potuto verificare i comportamenti delittuosi e gettare una luce su come le grandi opere inutili vengono realizzate.
Intanto il presidio del Comitato NO TUNNEL TAV alla Fortezza da Basso volge al termine: serate di informazioni e dibattiti su vari temi; dopo una presentazione il 20 giugno della situazione urbanistica della città a cura del gruppo Perunaltracittà, si chiude venerdì 21 giugno con Elena Gerebizza (Re:Common) e Roberto Bartoli (Fondazione Balducci) per parlare del peso delle “grandi opere inutili” nella finanziarizzazione e nella crisi economica esistente. Tema importante che vede rivolte importanti nel mondo, le ultime in Turchia e in Brasile.

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CORPO FORESTALE DELLO STATO
Comando Provinciale di Firenze
Piazzale delle Cascine n. 12 – 50100 Firenze
Tel. 055.31.20.51 – Fax 055.36.78.50 - e-mail: cp.firenze@corpoforestale.it

COMUNICATO STAMPA

SEI INDAGATI PER REATI SULLA NORMATIVA AMBIENTALE ED INTERVENTI EDILIZI NON CONFORMI
L’indagine è conseguente ad accertamenti effettuati dal personale del Corpo forestale dello Stato sulla TAV, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Firenze e riguarda la gestione illecita, finalizzata al conseguimento di un ingiusto profitto, di ingenti quantitativi di rifiuti speciali. Sono coinvolti anche due dipendenti pubblici.

Firenze, 19 Giugno 2013 – Sessanta uomini del Corpo forestale dello Stato, gestiti dal Comando Provinciale di Firenze, sono impegnati, dall’alba di questa mattina, in sequestri e perquisizioni per un’inchiesta partita dalla Procura Distrettuale di Firenze, coordinata dal Sost. Dott. Giulio Monferini.
Sei indagati, fra questi due funzionari pubblici. I reati contestati comprendono l’art. 110 del Codice Penale e l'art. 260 del D. Lgs 152/2006 per aver in concorso tra loro, al fine di conseguire un ingiusto profitto, gestito ingenti quantitativi pari ad oltre 245.000 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, costituiti da terre e rocce di scavo identificati con CER 170504, provenienti da attività di escavazione condotte da altri soggetti tramite l’allestimento su aree agricole di due impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, posti in Comune di Scarperia (FI) loc. “Marticcioli” e “Pian dei Laghi di Sopra”, nonché la realizzazione di opere funzionali agli impianti su aree agricole.
La motivazione era il compimento di interventi di ripristino ambientale o miglioramento agricolo/fondiario in aree dove in realtà tali interventi non erano necessari poiché siti integri e non degradati, determinando così un peggioramento qualitativo dei terreni rispetto alla destinazione urbanistica ed alle caratteristiche ambientali e comunque in violazione dell’autorizzazione.
Inoltre vi è stato un conferimento di quantitativi superiori a quanto autorizzato, come nel caso specifico dell’area di “Marticcioli” dove le attività di deposito e di movimentazione dei rifiuti sono state eseguite su una superficie di 13.250 metri quadrati al di fuori delle aree consentite ed inoltre sull’intera area coinvolta di 26.950 metri quadrati le operazioni sono state condotte in palese difformità dalla relazione geologica.
Viene contestato anche l’art. 10 del DPR n. 380/01 per aver realizzato gli interventi edilizi volti all’allestimento dei due impianti di recupero sopra menzionati e delle strutture a servizio degli stessi (strade ed impianto per la pesatura) in difformità dei permessi per costruire, in quanto i materiali utilizzati e le procedure tecniche per la realizzazione degli interventi non erano conformi a quanto previsto nei titoli abilitativi e negli elaborati tecnico/progettuali allegati agli stessi ovvero in assenza di necessari titoli urbanistico/edilizi in quanto gran parte degli interventi sono stati compiuti su aree dove gli stessi non erano consentiti.
Si è rilevata anche la violazione dell’art. 216 del D. Lgs n. 152/06 per aver gestito i citati impianti di recupero rifiuti mediante spandimento al suolo per uso agricolo, in difformità delle iscrizioni della norma di riferimento, giacché tali iscrizioni prevedevano il rispetto dei titoli urbanistico/edilizi sopra richiamati, circostanza che non avveniva poiché parte dei rifiuti speciali non pericolosi erano stati gestiti su aree ove tali attività non erano consentite  e con conferimenti di scarti aventi caratteristiche merceologiche non compatibili con l’autorizzazione all’impianto di recupero quale terreno agricolo da riqualificare.

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