I kamikaze dello sviluppo arretrato di Firenze

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I kamikaze dello sviluppo arretrato di Firenze

di Paolo Baldeschi, per Eddyburg, 29 luglio 2015

Sventrare con un immenso tubo il sottosuolo di Firenze. Costruire un aeroporto che funzionerà da diga e comporterà il rifacimento, con soldi pubblici, del sistema idraulico della piana limitrofa alla città. Piazzare accanto all’aeroporto un inceneritore i cui effetti inquinanti si sommeranno a quelli dello scalo aereo. Sono le tre operazioni fortemente volute dai nostri governanti, a partire da Matteo Renzi, per scendere ai vari Nardella (sindaco di Firenze), Carrai (presidente di Toscana Aeroporti Spa), Naldi (presidente di Corporacion America Italia), Rossi (Presidente della Regione Toscana). Mescolo amministratori pubblici e privati perché non vi è alcuna differenza negli interessi e nei comportamenti. O meglio: gli interessi pubblici sono subordinati a quelli privati, mentre quelli politici riguardano soprattutto le carriere dei diversi protagonisti.Il sottoattraversamento di Firenze per l’alta velocità è bloccato da più di due anni, perché non è riuscito il tentativo di declassare il materiale di scavo da rifiuto speciale a terre e rocce riutilizzabili senza trattamenti, nonostante le pressioni esercitate dai politici Pd e per l’eroica resistenza di un dirigente regionale; ne sa qualcosa l’ineffabile Lorenzetti, Presidente della Regione Umbria e successivamente di Italferr per ignoti motivi di competenza; rinviata a giudizio dalla Procura di Firenze per avere messo a disposizione “le proprie conoscenze personali, i propri contatti politici e una vasta rete di contatti nell’interesse e a vantaggio della controparte da cui poi pretendeva favori per il marito nell’ambito della ricostruzione dell’Emilia”; e, insieme alla Lorenzetti, altre 32 persone tra tecnici e politici. Un autentico verminaio che evidentemente ha lasciato indifferenti gli amministratori toscani.
Quanto al progetto del nuovo aeroporto di Firenze, ora sottoposto a VIA, è un concentrato di illegalità, già ampiamente segnalate e tali da portare l’Università di Firenze a concludere nelle proprie osservazioni “Si ritiene che, già sin d’ora, nella procedura di valutazione dell’impatto ambientale relativa al progetto siano rilevabili evidenti profili di illegittimità tali da giustificare un parere negativo da parte dell’Autorità competente”. Ma si va avanti lo stesso. Anzi, in un articolo apparso il 28 luglio sull’edizione locale della Repubblica, viene annunciata l’intenzione di Matteo Renzi (che ha perso la pazienza, sic!) di stravolgere con un proprio decreto le procedure di garanzia dei cittadini per accogliere nel nuovo aeroporto i capi di stato in occasione del G7 del 2017. Peccato che nessuno abbia designato Firenze come sede dell’avvenimento e che l’idea che l’aeroporto possa essere pronto tra due anni è una pura follia, cui evidentemente l’articolista presta fede. E poiché qualcuno deve pur avere avvisato il nostro Presidente del Consiglio che i tempi saranno dell’ordine, se tutto va bene, dei cinque – sette anni, l’eventuale G7 è solo un pretesto per invocare quelle circostanze eccezionali che giustificherebbero l’ennesimo strappo alle regole. Mentre l’Università, sempre secondo l’articolista, dovrebbe accontentarsi di qualche duna che proteggerebbe il Polo scientifico dai rumori del limitrofo aeroporto (operazione proibita per motivi di sicurezza, ma favola buona per gli ingenui). Quanto all’iter di approvazione dell’inceneritore, che dovrebbe concludersi con un ultima Conferenza di Servizi ad agosto, il Sindaco Nardella ha ricevuto i comitati della piana fiorentina che si oppongono con validissime ragioni all’ennesima opera inutile e dannosa (ma non per i costruttori e per Quadrifoglio), ribadendo la ferma volontà di andare avanti, magari con qualche albero e qualche rilevatore di inquinamento in più.
Vi è un filo che unisce ideologicamente e praticamente le tre opere: la loro dannosità non solo per gli impatti diretti e indiretti, ma perché insieme concorrono ad aumentare in modo drammatico il livello di artificialità del sistema territoriale fiorentino, in particolare di quello idrogeologico. E qui si può misurare tutta l’arretratezza dello sviluppo ciecamente perseguito dai nostri governanti. Mentre le città del nord Europa si stanno attrezzando per contrastare i fenomeni indotti dal cambiamento climatico, rinaturalizzando il proprio territorio, fuori e dentro le città, trasformando gli spazi asfaltati e cementificati in parchi e vasche di raccolta, noi pigiamo il pedale sui tubi, le condutture forzate, le soluzioni ingegneristiche che, ammesso che funzionino, implicheranno enormi costi di gestione, rendendo fragile il sistema e comunque altamente vulnerabile a eventi calamitosi sempre più probabili.
Avanti a tutta come kamikaze! Salvo che non saranno i nostri governanti a suicidarsi, ma “suicideranno” le popolazioni da loro amministrate. E quando si scoprirà che il tunnel sotto Firenze non è fattibile se non a costi triplicati e facendo gli scongiuri; che il completo rifacimento del reticolo idraulico della piana a contatto con Firenze è un’avventura rischiosa ed enormemente costosa (per i contribuenti, come è ovvio); che gli effetti inquinati dell’inceneritore insieme a quelli dell’aeroporto, dell’autostrada (con corsia aggiuntiva) e delle tante altre fonti di inquinamento già presenti, formeranno un cocktail micidiale. Quando i nodi verranno al pettine, nessuno sarà responsabile: non Adf, solo proponente; non ENAC, solo consulente; non la Commissione VIA nazionale che è solo un organo tecnico; non la Regione Toscana che ha solo espresso un parere. Colpevoli saranno i cittadini ammalati o alluvionati, perché nessuno li ha obbligati ad abitare nella piana e quindi che se ne stiano buoni e zitti.

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