Io so perché si vuol scavare

da "La Città Invisibile"
“Io so”, scriveva Pasolini nel 1974 a proposito delle tante trame golpiste che cercarono di portare un nuovo fascismo in Italia: “Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”.
Chi scrive non è né un intellettuale né uno scrittore e, almeno di primo acchito, non si occupa di colpi di stato ma, molto più modestamente, di “grandi opere inutili e imposte”, provando a mettere insieme i pezzi di una vicenda “che non fa onore all’Italia”, quella del “Passante AV” o “sottoattraversamento TAV”.
Per questo risalgo indietro nel tempo e cerco l’origine della farsa che viene messa in scena in questo scorcio di anno e cerco di “ristabilire la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”. Perché prima di tutto bisogna dir chiaro e forte che qua stiamo parlando di una follia le cui dimensioni sono tali da rendercela impercettibile, tanto è grande, come se fossimo schiacciati sotto una balena e ne potessimo scorgere solo un frammento di pelle butterata di parassiti marini, senza poter capire cosa ci sovrasta.
Bisogna aver chiaro in mente cosa è successo in questi ultimo mesi: dopo che il sindaco di Firenze Dario Nardella, nel giugno scorso, disse che il progetto TAV fiorentino era da rivedere e che le Ferrovie avevano una soluzione molto semplice di sistemazione del nodo fiorentino senza prevedere tunnel, si scatenò una fortissima pressione da parte di quel Partito Democratico che ha voluto il Passante sotterraneo. La cronaca di quei giorni ha mostrato come si fosse diffuso il panico nella compagine dei pro-tunnel: si è ricorso alle più fantasiose soluzioni che sono sfociate fin nel ridicolo di volere tunnel da tutte le parti, addirittura la realizzazione di una stazione di testa sotto Santa Maria Novella, o un tunnel senza stazione (!!!), oppure tunnel sotto i binari esistenti, fino a volere una “mini-Foster” senza spiegare come sia possibile realizzare qualcosa di “mini” in una struttura già esistente di 450 x 50 metri.
Insomma si è detto di tutto senza avere il minimo contatto con la realtà, purché si parlasse di SCAVARE. L’imperativo è stato sempre scavare dei tunnel, anche se la loro irrealtà era talmente forte da lasciare interdetti e senza parole.
In questi giorni arrivano ancora echi delle inchieste della magistratura sul progetto TAV fiorentino: anche il gestore della società Veca Sud – ditta già implicata nello smaltimento irregolare di fanghi di scavo del cantiere ai Macelli – sarebbe accusato di aver agito “al fine di agevolare la associazione criminale camorrista denominata clan dei Casalesi, gruppo Schiavone – Zagaria”. La presenza inquietante di varie mafie era già emersa quando fu scoperto lo smaltimento criminale delle terre TAV fiorentine in terreni agricoli del Mugello vicino a Scarperia ed è chiaramente documentata nel materiale prodotto dalla magistratura.
A questo punto si pone l’obbligo di fare uno piccolo sforzo e trovare un po’ di logica nello psicodramma TAV: non è che questa indistruttibile urgenza di confermare lo scavo dei tunnel può forse nascondere da parte di qualcuno, ad oggi ignoto, accordi indicibili? non è che la smania di scavare potrebbe derivare dalla necessità di dover rispettare, da parte di qualcuno che non sappiamo chi essere, accordi con camorra e altre mafie?
Ma IO SO che ci sono accordi non scritti e non registrabili perché sempre, in tutti i cantieri dove si muove terra, si inserisce o la camorra o la ‘ndrangheta o la vecchia mafia. IO SO, perché la logica mi dice che non ci sono altre spiegazioni per questa testarda volontà di produrre terre di scavo.
Guardando a questo scenario IO SO cosa è diventata la politica prona a questo sistema agghiacciante alla base delle grandi opere inutili, non solo il TAV fiorentino.
Io non no le prove, non le posso avere, altrimenti non starei a scrivere articoli, ma andrei dal Procuratore; ma anche se non sono né un intellettuale né uno scrittore, IO SO perché metto insieme con un po’ di logica i frammenti impazziti di questo puzzle.
IO SO che dietro queste gallerie fantasma c’è tanto da scoprire e di cui vergognarsi.
*Tiziano Cardosi

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