Per chi non vuol dimenticare
Pare che l'Italia abbia disperato bisogno della Torino Lione, la Toscana e Firenze affondino se non si realizza il Passante TAV.
A proposito di quest'ultimo siamo andati a rivedere un po' di carte delle inchieste della magistratura fiorentina del 2012/13.
È interessantissimo mettere insieme gli odierni peana a favore dei tunnel e quanto scrivevano i magistrati.
A proposito di quest'ultimo siamo andati a rivedere un po' di carte delle inchieste della magistratura fiorentina del 2012/13.
È interessantissimo mettere insieme gli odierni peana a favore dei tunnel e quanto scrivevano i magistrati.
Per capire chi sono questi sostenitori contemporanei.
******
Lascia del tutto increduli di come un intervento di tale delicatezza
sia rimesso a comportamenti del tutto arrangiati, a condotte
spregiudicate, a contratti capestro per la parte pubblica ove
l’esecutore dell’opera agisce senza alcun rischio di impresa e
dove i costi dell’opera stessa sono palesemente sottostimati e
soprattutto dove sono del tutto dimenticate le variabili ambientali
quali le imprescindibili necessità di progettare modalità efficaci
di reimpiego degli scarti e di prevedere ante operam la attivazione
di adeguati impianti di recupero del rifiuto. Ed invece si rimane
desolati al constatare che con un cantiere in avanzata fase di
organizzazione non sia sappia ancora nulla di certo sul se e quando
l’opera incomincerà e addirittura se finirà mai.
Si sta ormai
delineando chiaramente nel corso degli ultimi mesi di indagine, come
la stazione appaltante (RFI) e il suo delegato (Italferr) non
svolgono in realtà i propri compiti istituzionali nell'esclusivo
perseguimento dell'interesse pubblico, ossia della realizzazione
dell'opera a regola d'arte con il minor costo possibile per la
collettività. Ormai appare evidente come molti dirigenti infedeli di
Rfi e Italferr perseguano innanzi tutto l'interesse del General
Contractor (NODAVIA), a cui cercano in tutti i modi di assecondare le
pretese economiche di riconoscimento della maggiorazione dei costi in
corso d'opera, anche trovando sponde e pareri favorevoli da parte di
enti e istituzioni pubbliche che dovrebbero essere, eufemisticamente,
deputati al controllo della regolarità degli appalti e delle anomale
lievitazioni degli importi di spesa. Ci si riferisce in particolare
ai tentativi di aggirare i limiti di riconoscimento delle riserve in
corso di appalto attraverso canali aperti presso la Autorità di
Vigilanza e alle reiterate e astronomiche riserve poste
dall’esecutore dell’opera e dai subappaltatori prima ancora di
iniziare la medesima, sul falso assunto di essere pronti e
adempienti.
...
Questa prima
obiettiva rilevazione evidenzia un dato assolutamente sconcertante:
la valutazione economica dell’appalto data sia dalla stazione
appaltante che dall’esecutore dell’opera si fonda su prezzi e
costi del tutto irrealistici con riguardo ai costi squisitamente
ambientali e tali da falsare completamente l’assetto contrattuale
dell’appalto, non essendo contrattualizzata una delle voci di costo
che maggiormente incidono sull’importo complessivo dell’appalto
(costi di gestione dei rifiuti).
P.M.
Giuseppe Quattrocchi, Giulio Monferini e Gianni Tei, Proc. pen. n.
25186/2010, Richiesta per l'applicazione di misure cautelari
personali coercitive e interdittive - richiesta di misura catelare
interdittiva per responsabilità degli enti e richiesta di sequestro
preventivo per equivalente, Firenze, 24/12/2012
Commenti