Firenze: il nostro aeroporto è il treno
L'accoglimento da
parte del TAR del ricorso che annulla il decreto di VIA del nuovo
aeroporto di Firenze è senz’altro una buona notizia, un segno
ulteriore del fallimento dei progetti infrastrutturali in Toscana e a
Firenze. Se ripensiamo alla situazione dei grandi cantieri toscani si
vede bene come la sudditanza della politica agli interessi dei
costruttori e il pressapochismo dei progetti hanno provocato una
lunga serie di opere incompiute o bloccate: inceneritori, TAV,
Tirrenica, lo stesso aeroporto.
Il fallimento della
non-progettualità toscana mette in evidenza come i vari casi di
cittadinanza attiva abbia dimostrato di avere molte frecce al proprio
arco. Quei cittadini, comitati, gruppi, associazioni sono spesso
accusati di essere “quelli del no”, in realtà sono le specchio
che mette in evidenza il disastro politico e culturale esistente e i
portatori di una progettualità alternativa, attenta ai bisogni dei
territori, dei suoi abitanti, degli interessi della collettività
intera.
Il caso della
bocciatura dell’aeroporto di Firenze rilancia proposte di buon
senso che non sono mai state prese in seria considerazione, ma che
rispondono a criteri giusti di programmazione infrastrutturale.
Una seria
alternativa all’aeroporto di Firenze è il treno, per più motivi:
il naturale
aeroporto della Toscana e di Firenze è Pisa
Questo sarebbe facilmente e
velocemente raggiungibile da Firenze, da Siena, da Lucca, da Pistoia,
da tutta la costa tirrenica con la rete ferroviaria esistente. In
particolare da Firenze all’aeroporto di Pisa la distanza è di poco
più di 80 km; con la velocità consentita dalla linea attuale
sarebbe raggiungibile in poco più di 30 minuti, un tempo
concorrenziale. Chi ha qualche capello bianco si ricorda senz’altro
che un tempo si poteva fare il check-in per l’imbarco sull’aereo
scelto già nella stazione di Santa Maria Novella, salire sul treno e
avere la sicurezza della coincidenza treno-aereo senza avere tra le
mani le valige. Forse era troppo semplice ed efficace, oltre che
economico.
Purtroppo una cosa venuta ad ostacolare la fruibilità del servizio è
il Pisa-Mover, quel gingillo realizzato tra Pisa Centrale e
l’aeroporto, costato più di 70 milioni di euro che doveva far
risparmiare tempo e denaro essendo senza conducente. Invece quel che
è successo è che i prezzi per i viaggiatori sono quasi raddoppiati,
chi arriva senza auto è costretto ad una fastidiosa rottura di
carico che allunga i tempi di viaggio; in più l’operazione si è
dimostrata un totale fallimento economico, tanto che la società che
gestisce l’infrastruttura è già andata dal Comune di Pisa a
batter cassa. Uno dei risultati di questa “cura del ferro toscana”
è che ha fatto crescere il traffico su gomma, sia di bus, sia di
auto.
Il treno dovrebbe
essere alternativa di viaggio in Europa fino a 1500 km.
In questo periodo in cui tutti i politici locali si spellano le mani
per applaudire l’allarme climatico lanciato finalmente dai giovani
del “venerdì per il futuro”, non sarebbe male ricordare ai
fautori del nuovo aeroporto fiorentino che l’aereo è il mezzo di
trasporto più energivoro e inquinante che esista. Il confronto tra i
più comuni vettori è chiaro e lo si può ben misurare nell’esempio
che riportiamo sotto.
Inquinanti prodotti per persona per viaggio Firenze Parigi
http://www.ecopassenger.org/bin/query.exe/en?L=vs_uic
Se uno dei problemi ambientali più impellenti che abbiamo sono le
emissioni di gas serra perché non incentivare i mezzi di trasporto
che ne producono meno? In un raggio fino a 1500 km il treno non
sarebbe solo più vantaggioso dal punto di vista ecologico, ma anche
da quello della comodità e dei tempi impiegati. Uno degli strumenti
che, se usato intelligentemente, sarebbe di gran lunga il migliore è
il treno-notte.
Facendo sempre riferimento alla nostra città, per andare a Parigi
(circa 1100 km) si potrebbe partire alle 21.00 e arrivare il giorno
successivo alle ore 9,37 dopo aver dormito in un letto comodo. Per
recarsi a Vienna (più di 800 km) si potrebbe partire alle 21 e
arrivare alle 9.00.
Per raggiungere Francoforte (circa 900 km) oggi non esistono
collegamenti notturni, ma sarebbero fattibili; lo stesso per
Strasburgo (meno di 800 km), Budapest (circa 950 km), Barcellona
(circa 1100 km). Mezza Europa sarebbe raggiungibile dormendo, lo
stesso si potrebbe dire per il sud Italia.
Invece le scelte delle FS e di molte altre ferrovie europee sono di
favorire solo i trasporti a medio raggio, fino a 500 km, con l’uso
di treni ad alta velocità, lasciando i collegamenti più impegnativi
all’aereo; tutto mentre si chiacchiera vanamente di ridurre l’uso
di combustibili fossili! E allora chiediamo ancora una volta: a che
serve un nuovo aeroporto a Firenze?
Certamente si dovrebbero fare scelte politiche ed economiche decise,
dirottare gli incentivi dal trasporto aereo al treno che oggi non è
competitivo sul piano puramente economico. Una seria politica
tariffaria potrebbe intercettare una notevole fetta di viaggiatori
senza alcuna forzatura.
Invece la scelta unidirezionale verso l’alta velocità ferroviaria
ha creato un trasporto minoritario (circa il 10% del totale dei
viaggiatori italiani) per fasce medio alte, condannando gli altri
viaggiatori a quel fenomeno, inimmaginabile 20 anni fa, dei bus a
lunga percorrenza, tipo Flixbus.
Ecco il capolavoro della “cura del ferro” all’italiana: si è
dirottata una bella fascia di viaggiatori sul trasporto su gomma
condannando le fasce più deboli della società a spostamenti più
lenti, disagevoli e creando maggior traffico stradale! Davvero una
bella politica dei trasporti!
Il futuro della
Piana deve essere il Parco e un trasporto ecocompatibile ed
efficiente
Nella Piana fin’ora si è pensato di scaricare tutti i problemi
della “Firenze gioiello turistico”; ultimo arriva questo nuovo
aeroporto al servizio dell’élite globalizzata. Il fatto è che in
questo territorio non esiste un trasporto pubblico decente, solo
frammenti senza alcuna sistematicità. Anche i progetti delle nuove
tranvie per Campi Bisenzio e il prolungamento dall’aeroporto a
Sesto sono visti sempre in funzione del collegamento con il
capoluogo.
La Piana è invece un luogo complesso dove si incrociano molteplici
direttrici di traffico; non si tratta solo di collegare con Firenze,
ma di creare una rete che faccia dialogare i centri minori.
Il progetto che come Comitato No Tunnel TAV fu proposto anni fa come
alternativa infrastrutturale al sottoattraversamento è tuttora
valido. Come si vede nella pianta sotto si tratta di riutilizzare la
rete ferroviaria esistente, potenziandola dove è necessario e
creando collegamenti diretti tra Campi, Prato, Signa, Firenze, Sesto
(tratti in rosso).
La realizzazione di un progetto del genere avrebbe costi sicuramente
inferiori a quelli delle tranvie che si stanno realizzando in
Firenze, avrebbe la possibilità di creare una rete molto più veloce
che consentirebbe, per esempio, di raggiungere da Campi il centro di
Firenze in 15/20 minuti.
Queste sono le infrastrutture che servono alle persone, strumenti per
ridurre drasticamente un trasporto privato su gomma oneroso sia dal
punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico per tutti
coloro che sono obbligati ad usare il mezzo privato per spostarsi.
Con l’avvento dell’alta velocità il treno è diventato un bene
di lusso; noi vogliamo torni al servizio di tutti.
Commenti