Il sottoattraversamento TAV di Firenze malato di annuncite?
Sul quotidiano
Repubblica di venerdì 17 scorso è apparso un articolo che
preannunciava la ripresa dei lavori al sottoattraversamento TAV
fiorentino dal prossimo giugno.
Il comitato ha
cercato di capire le fonti di questo articolo, ma, sia sul sito della
Regione che in quello del Ministero e delle Ferrovie, non è riuscito
a trovare nulla. Forse si tratta di quella patologia che caratterizza
tanta politica toscana da 20 anni definibile “annuncite”?
È opportuno capire
l’origine di questa notizia che, secondo il comitato, sarebbe di
una gravità incredibile in questo momento.
Premesso che i
problemi tecnici (come sulle terre di scavo, ma non solo) non sono
risolti, ancora non risulta realizzato un progetto alternativo a
quello esistente e tanto meno siamo in vista di una VIA (valutazione
di impatto ambientale) relativo allo stesso progetto, lascia basiti
che si pensi ad una ripartenza dei lavori in mezzo ad una crisi
sanitaria che prospetta anche una crisi economica profondissima, con
numeri agghiaccianti per il futuro.
Il comitato è
rimasto incredulo alle dichiarazioni di alcune settimane fa di
imprenditori delle grandi imprese di costruzione, sostenute
follemente anche da personaggi dentro il governo, sulla necessità di
rilanciare subito la realizzazione di grandi opere dalla dubbia
utilità e dai costi enormi (109 miliardi), addirittura ricorrendo al
“modello Genova”, cioè alla totale deregolamentazione del
settore.
Le grandi opere
inutili sono uno dei peggiori strumenti per il rilancio del paese,
creano pochissima occupazione, cioè poca redistribuzione di
ricchezza e vanno a gravare pesantemente su un debito pubblico che è
un oggettivo problema.
È davvero
strabiliante che solo si pensi ad una politica economica del genere e
non si seguano le indicazioni dei tanti che vedono nella
riconversione economica ed ecologica l’unico futuro possibile per
il paese e il pianeta.
È da incoscienti
auspicare ancora pacchi di cemento da imporre alla città per
tutelare gli interessi e i profitti di pochi.
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